Ciao, sono Chiara Gandolfi: verbal designer e voice actress. Con l’iscrizione a Immersioni hai vinto anche Misticanza di cose di lavoro che è questa newsletter qui, di pensierini veloci e fatti che mi girano intorno.
Per me l'invenzione della scrittura è designare la cosa dicendo qualcos'altro e quindi, arricchirla di una cosa che non è, per cercare di esprimerla meglio.
Tanguy Viel, scrittore
Quando ascolto certi podcast prendo appunti che sembrano un vivente geroglifico. Poi traduco le frasi che mi sembrano portatrici di verità e perdonami per questo maccheronico mondo mio.
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Oggi a pranzo andrò a mangiare fuori e conosco già tutto tranne il gusto. So come è fatto il locale, che arredamento ha, come vengono presentati i piatti, cosa propone il menu, quale atmosfera si respira, quanto pagherò (più o meno). Ho perlustrato il sito internet, letto le ultime 10 recensioni su Google e controllato che la media dei commenti totali sia sopra il 4,4. Quasi mai vado in un locale a occhi chiusi. E tu?
Vogliamo prima vedere il piatto che mangeremo, cercando di capire quale esperienza, al di là del cibo, quel posto potrà offrirci. Perché si sceglie un ristorante invece che un altro? A parità di buono, spesso la differenza è costituita da quanta personalità il ristorante è in grado di far emergere.
Il nome di un ristorante: progettare il successo partendo dal naming
Fammi generalizzare un po’, il tempo di mezza riga.
Perché chi apre un locale pensa poco al nome? Eppure il nome è il primo punto di contatto che il cliente ha. Charles Sanders Peirce ha piegato un pezzo di semiotica e l’ha fatta diventare un triangolo, io umilmente l’ho preso e applicato ai nomi [articolo di blog]. Forse un po’ scoprirai quanto è importante la relazione tra le parole, quello che significano per noi e quello che rappresentano nella realtà. Poi succede che se non ci pensi abbastanza, potresti dare l’impressione di colare a picco.
Ristorante a Washington © Luis Gomez
Vuoi aprire un ristorante? Diamogli un nome.
L’angolo delle anteprime e delle retrospettive
Ad aprile ho consegnato un codice etico per una professionista che lavora con le non profit e i testi e il payoff per uno studio di interior design. A giugno potrei lavorare al tuo?
Ho fatto due date di Storione, il corso di scrittura autobiografica. Ci è piaciuto talmente tanto che sto pensando al seguito con focus sulle emozioni (in campana anche tu che l’hai frequentato nel 2020). Storione retreat: primavera/estate 2025. Come suona? Si accettano consigli per belle location con stanze, verde, raggiungibili facilmente con i mezzi pubblici.
In programma per l’autunno 2024 c’è Storione business: come narrarsi online. Applichiamo le tecniche della scrittura autobiografica alla narrazione professionale perché si liberi di retorica e di banalità. Partiamo da te, per davvero. Sarà (probabilmente) online. Informazioni nelle prossime settimane.
Frammenti di faccio cose
Sono stata a Berlino e a Copenhagen: quanto bene fa la diversità.
Ho visto i CCCP in concerto: non si può dire che io sia una fan, ma mi sono portata a casa delle domande e il senso dell’onirico di Fatur. Mai avere preconcetti: nemmeno quando pensi che non vedrai niente perché sei bassa e c’è il solito alto, secco, Telespalla Bob davanti a te e non ti puoi muovere perché hai ascelle sudate tutt’intorno. Non vedrai niente ma svilupperai l’immaginazione.
Ho comprato due paia di occhiali nuovi (in verità il secondo me lo hanno regalato), ancora più evidenti, grossi, colorati, in barba a quei brutti bulli che alle elementari mi chiamavano quattrocchi.
Il libro più bello che ho letto negli ultimi due mesi è di Solvej Balle, Il volume del tempo I L’enigma. Il volume due, a mio avviso, gode della scia del primo, ma non è così sorprendente.
Sono stata alla Cité des Sciences e mi sono annoiata. Sembrava un parco giochi.
Sono #teamtornio ma ho fatto uno stage di modellazione di ceramica e mi sono accorta che solo una dose equilibrata di ambizione e realismo ti fa realizzare le cose. Forse vale per tutto nella vita.
Sono andata a teatro a vedere “Le cercle des poetes disparus”, la pièce teatrale ispirata a L’attimo fuggente. Mi ha fatto venire voglia di rileggere tutto Thoreau. E quando gli studenti sono saliti sui banchi, sì, ok, ho pianto.
È tutto da parte mia. Ma se tu vuoi scrivermi qualcosa, un ciao, un quantunque, segnalarmi una location per Storione, mandarmi la foto di un nome di brand brutto o sbagliato che hai visto (ci lanciamo una rubrica?), rispondi pure a questa mail. Se no, ci troviamo sul fondale nella prossima Immersione.
Prenditi cura di te,
Chiara
Mi piace molto come scrivi e quello che scrivi, e credo che mi piaceresti un sacco anche tu :) Ti ho scoperta per caso proprio oggi. Nomino "Skadent" nome di uno studio dentistico in Danimarca. Con un mio amico ci siamo fatti delle grasse risate :D