Ciao, sono Chiara Gandolfi: verbal designer e voice actress. Con l’iscrizione a Immersioni hai vinto anche Misticanza di cose di lavoro che è questa newsletter mensile qui in cui dico quello che sto facendo. È la sorella hippie di Immersioni, la secchioncella che parla dell’universo. Non si toccano mai come in Ladyhawke, ma sono il mio giorno e la mia notte.
Le storie servono a farci ragionare proprio sulle nostre difficoltà, a svelarci i segreti che teniamo nascosti, sia per amore del decoro sia perché abbiamo il terrore di ciò che la gente potrebbe pensare di noi se ne venisse a conoscenza. A questo servono, decoro e discrezione: a celare ciò che proviamo davvero. Il bello è che di noi nascondiamo proprio ciò che vorremmo trovare in chi ci sta attorno. Non perché ci piaccia ficcanasare, ma perché è un gran sollievo scoprire che altre persone versano nella nostra condizione. Ed è ancora più liberatorio scoprire che gli aspetti della nostra vita che ci sono sempre sembrati negativi potrebbero in realtà avere risvolti positivi.
Lisa Cron
L’acquazzone che ho preso al Parc des Buttes-Chaumont mi ha fatto diventare nonna Noè in meno di 5 minuti. Nemmeno l’impermeabile rosso e blu, quello con cui sembro una grande caramella gommosa di una bancarella di una città di mare, avrebbe potuto ripararmi da tutta quell’acqua. Mi sono messa sotto un albero e sembrava funzionasse, ma poi è iniziato il concerto per pioggia e fulmini in fa maggiore e ho iniziato a correre per cercare riparo in questa natura circoncisa che è un parco, per accorgermi quasi subito di tutto questo vano. Intorno a me, grondanti reduci di picnic, ex signore bon ton, ragazze lavate e coscienze pure, scivolate olimpiche, slalom di ombrelli per uscire di lì e trovare un balcone sotto cui accamparsi per non scolorire come le tele pitturate bene e asciugate male. Non siamo a riparo da niente.
E allora mi sono fermata proprio in mezzo al sentiero, mi sono tolta le scarpe che iniziavano a pesare e ho lasciato che fosse. Mentre camminavo scalza, sotto la pioggia battente, ho ritrovato la poesia. La poesia, quella stessa stroncata dalla brutalità dei giorni uno dopo l’altro. L’ho ritrovata nelle guance rigate di pioggia, nei piedi con i sassolini incastonati che un po’ fanno male ma soprattutto ti ricordano che hai dei piedi, nel rumore delle gocce a ritmo furioso quando si incontrano con le foglie. Il corpo è sempre stato più onesto di noi.
Questa usanza dell’essere asciutti dove ci ha portati?
Abbracciare le differenze: l’identità dei Giochi Olimpici di Parigi 2024
Ma quanto è lungo questo titolo? No judgment, Chiara
Mentre i parigini se ne vanno dalla città per non rimanere bloccati in uno qualsiasi degli ingorghi immaginati nei loro incubi notturni delle ultime settimane, Parigi si prepara ad accogliere il mondo intero. Lo fa con un payoff che è un abbraccio spalancato e un’identità che sa contenere le differenze. Quante cose ci possono stare dentro una sola frase: Ouvrons grand les Jeux. Ne ho scritto sul blog. E mi dimentico sempre di dirti che c’è anche la versione audio e puoi ascoltare l’articolo mentre sbucci il melone.
Ho portato il basilico fresco a New York
Questo articolo è nato perché quelle meraviglie di Sugo Collective mi hanno chiesto un commento sull’identità verbale dei JO (Jeux Olympiques). Puoi leggerlo su LinkedIn o su una tripletta instagrammabile, uno due tre dove ci sono anche considerazioni sull’identità visiva made by Sugo.
Frammenti di faccio cose
Storione business è andato sold out in 14 giorni. 10 persone a settembre inizieranno un percorso di 4 mesi con me alla scoperta della loro identità professionale. Avresti voluto esserci ma tutto è andato troppo veloce? Iscriviti alla lista d’attesa: saprai con anticipo le nuove date del 2025 (comunque autunno).
Samuel Gentile mi ha intervistata nel suo podcast “The Big Brand Button” per parlare del mio percorso lavorativo e per fare qualche riflessione sul branding con le parole. Approvato anche da mia mamma.
Sto lavorando a un brand name per una catena di appartamenti di lusso. A ottobre potrei lavorare alla tua identità verbale?
Sto facendo per Wyde una cosa che amavo fare da tempo: la curatrice editoriale. Ci aggiorniamo a Natale.
La citazione su in alto è tratta da Story Genius di Lisa Cron. Dopo averlo letto non ho potuto fare finta di niente. Sto riscrivendo quasi da capo il romanzo.
Sono alla terza puntata di Sonar, il podcast documentario de Il Post che prova a capire come i suoni creino la realtà e le società, per gli animali umani e non umani. Le reginette delle puntate sono i capodogli. Affascinante.
È tutto da parte mia. Ma se tu vuoi scrivermi qualcosa, un ciao, un quantunque, di quella volta che la tua vita sembrava poesia, mandarmi la foto di te che fai il bagno nella Senna, parlarmi in balenese, dirmi quand’è l’ultima volta che ti sei sentito vivo/a, sono qui. Se no, ci troviamo sul fondale nella prossima Immersione.
Prenditi cura di te,
Chiara
“nei piedi con i sassolini incastonati che un po’ fanno male ma soprattutto ti ricordano che hai dei piedi”. Chiara sei una potenza 🤩