Ciao, sono Chiara Gandolfi: verbal designer e voice actress. Con l’iscrizione a Immersioni hai vinto anche Misticanza di cose di lavoro che è questa newsletter mensile qui in cui dico quello che sto facendo. È la sorella hippie di Immersioni, la secchioncella che parla dell’universo. Non si toccano mai come in Ladyhawke, ma sono il mio giorno e la mia notte.
Per Nicoletta Diasio, antropologa specializzata in esperienze di genere legate corpo, le abitudini alimentari delle bambine sono, fin dalla prima infanzia, in gran parte modellate da rappresentazioni culturali di genere. Dall'età di 7 anni", spiega, "le bambine conoscono il ruolo che devono svolgere nella società. Cercano di svolgerlo o di posizionarsi rispetto a esso [...]. Sul piano alimentare, questo ruolo è quello della golosa attratta dallo zucchero che si reprime da sola. È un copione femminile molto antico che le donne hanno appreso, senza rendersene conto, nel corso dei secoli".
È un comportamento che l'antropologa Françoise Héritier ha descritto nel 2009, in occasione di una conferenza sull'infanzia e l'adolescenza, come una delle fonti primarie di violenza tra bambine e bambini, facendo riferimento a studi che confermano la tendenza preponderante delle madri a lasciare più tempo i bambini rispetto alle bambine attaccati al seno durante le prime poppate.
"È la creazione culturale, fin dalla nascita, fin dal primo giorno, di quelle che io chiamo 'due razze di umani', la razza degli uomini a cui viene detto: le tue pulsioni, i tuoi desideri sono legittimi e possono essere soddisfatti immediatamente e la razza delle donne a cui viene detto: la frustrazione sarà la tua sorte".
Lauren Malka, Mangeuses: histoire de celles qui dévorent, savourent ou se privent à l’excès
Mentre scrivo questa newsletter sono a casa dei miei genitori in Italia. Il mio rapporto con il cibo nasce qui. Mangi? Hai mangiato? Cosa vuoi mangiare per cena? Sono seduta alla scrivania con i cassetti in cui nascondevo i Soldini e i Tegolini. Sono ricordi nitidi di almeno 5 vite fa. Durante gli anni dell’università ho sofferto di disturbi alimentari, non ne parlo mai, l’ho fatto una volta. Chissà se è un caso che il libro che mi sono portata per questo viaggio in Italia si chiama Mangeuses, Mangiatrici. E lo sto divorando. Parla della pressione sulle donne riguardo al cibo ma mica dagli anni ‘70 con le modelle magre, da molto prima. Mangiando una mela Eva si ritrova condannata a servire il desiderio maschile.
Alla donna disse: «Io moltiplicherò grandemente le tue pene e i dolori della tua gravidanza; con dolore partorirai figli; i tuoi desideri si volgeranno verso tuo marito ed egli dominerà su di te».
Genesi 3,16
Da una parte Eva, che pecca mangiando, dall’altra parte la nonna che distribuisce generosamente litri d’amore nella zuppiera. Fare da mangiare o farsi mangiare. In entrambi i casi la donna è un corpo oggetto, fonte o strumento di piacere dell’altro. Gli uomini, loro sì soggetti, sono gourmet o chef, mentre le donne sono golose o casalinghe. Il cibo non è solo nutrimento, ma anche uno strumento di controllo sociale e culturale.
Il mondo è affamato. E sono solo a pagina 67.
Naming à la carte: c’è del fermento
Una guida personalissima ai nomi dei ristoranti in cui vado
Con la rubrica Naming à la carte, vado a cercare la storia dietro il brand name dei ristoranti, dei bar e dei locali che frequento a Parigi. E poi li racconto: se sono buoni o no per il mercato e per il loro pubblico, se funzionano, come e perché. Significato, aspetto, pronunciabilità, promessa, valori, marketing, posizionamento, fonetica, atmosfera e a volte anche architettura. Christophe mi ha confidato che si è fatto aiutare da una professionista per trovarlo. E infatti si vede. Un buon nome di brand passa attraverso un processo. Che è come una ricetta. Gli ingredienti sono chiarezza, consapevolezza, strategia e creatività. Levain Le Vin è un nome che funziona, coerente, originale, distintivo e soprattutto registrato. Solo suo. Levain Le Vin (letteralmente “lievito il vino”) è una paronomasia. Una parola più simpatica di quello che sembra. Vieni a conoscerla.
Vuoi aprire un ristorante, un hotel, un bar? Far nascere un vino, un’app, un progetto che ti sta a cuore? Diamogli un nome.
Frammenti di faccio cose
Martedì 8 ottobre sono a Hospitality Day di Rimini per parlare di nomi di alberghi. Perché non sappiamo più cosa farcene di Europa, Belvedere, Eden, giusto?
Fra 10 giorni saranno acquistabili i Manifesti Galattici de Le Ottomani: ci sarà un comodo sito, per ora riscaldati su Instagram.
Storione business procede a gonfie vele: scopriamo cose e non fanno più paura.
Ho frequentato un atelier di scrittura autobiografica in francese: è bellissimo vedere come il mio modo di raccontarmi prende nuovi ritmi in un’altra lingua. La contaminazione, che bella invenzione.
Sto facendo una consulenza sull’identità verbale a un’azienda agricola che vuole trovare la sua voce. Ogni settimana, da un mese, ci incontriamo online per fare un passetto insieme. A novembre potrei lavorare alla tua identità verbale?
Ho iniziato il percorso con Justine, la business coach con cui sto facendo un lavoro di introspezione ed esplorazione per aprire il campo del possibile del mio progetto professionale: dopo due incontri ho scintille ed energia e bum. Non vedo l’ora di.
È tutto da parte mia. Ma se tu vuoi scrivermi qualcosa, un ciao, un quantunque, di quella volta che ti sei mangiata i gomiti o che sei caduto a fagiolo, mandarmi un libro che ti è piaciuto, pagarmi un caffè, dirmi quand’è l’ultima volta che ti sei sentito/a oggetto, sono qui. Se no, ci troviamo sul fondale nella prossima Immersione.
Prenditi cura di te,
Chiara
Ciao Chiara, ho una bimba di sei anni e sono nel pieno della delicata gestione del rapporto con il cibo. Vengo da un’educazione dove la spinta al mangiare era veramente pressante e non vorrei trasmettere questo imprinting difficile da scollarsi. In più si aggiunge il confronto sociale, ancora più acuito dall’inizio delle elementari, nonne che fanno diete (?!) e genitori sulla quarantina che cercano di perseguire una alimentazione mediamente sana per sorreggere un fisico, compresi gli organi interni, che inizia a dare segnali. La figlia di due anni mangia anche la polvere del tappeto. Hai esperienza dirette o indirette su uno scenario simile? Accetto anche un no.