A volte corriamo così tanto e non sappiamo nemmeno perché stiamo correndo e dove siamo diretti. La direzione è più importante della velocità.
Questa è la newsletter mensile in cui dico quello che sto facendo in maniera sintetica (comunque non pochissime righe) in cui senti l’ascendente Gemelli. È l’antagonista pacifista di Immersioni che è più lunga e parla dell’universo, tutta Luna in Pesci. Non si toccano mai come in Ladyhawke, ma sono il mio giorno e la mia notte.
[* Michelle #6, C|O|D “La disumanità mi fa resistere, la tua semplicità mi fa invecchiare” ]
Dal portfolio
Mi piacerebbe che conoscessi Adriana. È una fotografa che si occupa di far venire fuori le persone dai loro ritratti. Propone percorsi in cui si parte da una dimensione introspettiva e si arriva all’immagine. E poi servizi di reportage sociale: foto e video, movimento, scrittura e musica, con lo scopo di documentare la fragilità di certi contesti e la portata rivoluzionaria di certi gesti. Ho aiutato Adriana a definire il nome della sua attività e a scrivere i testi del suo sito. Il progetto è raccontato qui.
Adriana è stata molto generosa con me, mi ha lasciato tante parole che parlano di come si è sentita durante il percorso e dei risultati che abbiamo raggiunto insieme:
[…] Ho scoperto che questa storia del nome è molto più complessa di quanto credessi, molto più personale di quanto credessi. Mi sono resa conto che quelle domande e quegli esercizi intuitivi chiamavano molto in gioco la mia personalità, i miei desideri, le mie visioni e persino aspetti inconsapevoli del mio modo di stare al mondo.
Spesso, ho detto anche a lei, ho tirato fuori tantissime parole, forse pure troppe. Ma l’ho trovato un lavoro infinitamente stimolante e anche rassicurante: c’era qualcuno dall’altra parte sinceramente interessato a capire il più possibile di me e a vedere con i miei occhi. Sono stata certa di essere nel posto giusto.Poi c’è stata l’intervista. Questo è stato forse il momento che ho preferito. Abbiamo riso tantissimo, abbiamo parlato come se ci conoscessimo da sempre. Mi ha divertito molto la sua ironia, l’ho sentita molto in sintonia con me. E questo è stato forse il momento in cui ho davvero compreso la portata del lavoro che stavo facendo con lei. Il primo sassolino su cui costruire il mio castello. Il castello è stato poi il lavoro successivo, di architettura del sito e dei testi.
Chiunque abbia letto finora Arcantico e i testi che lo accompagnano ha avuto la convinzione che fossero scritti da me. E che ce l’abbiano avuta le persone che mi conoscono di più al mondo, per me è significativo. Certo, c’è parte di me in tutto quanto. Marino è un bel viaggio introspettivo. Ma poi, la magia l’ha fatta Chiara. Dando coerenza alla mia confusione, voce al mio caos, significato al mio sentire più profondo. Per la concretezza con cui è in grado di sviscerare dubbi e incertezze, senza mai prevaricare, senza mai imporsi. E per la musicalità, la poesia, la schiettezza con cui mette poi tutto nero su bianco.
La consiglio proprio a chiunque stia considerando di dare voce al proprio progetto, alla propria visione, per tutto quello che il lavoro con Chiara è in grado di far emergere e di far risplendere, con una semplicità a tratti disarmante.
Dal blog
Se hai un’identità la puoi proteggere dai malintenzionati. Ladri di biciclette e vicini con l’erba secca, per intenderci. Registrare il marchio non è una faccenda solo per grandi brand e grandi budget. Si può fare, dormi meglio, sei una persona più piacevole durante gli aperitivi, ricevi una pacca sulla spalla da Brezsny a fine settimana.
Ho posto le domande più frequenti sull’argomento a Benedetta Cacialli, avvocato esperto di tutela marchi e brevetti, consulente di copyright e diritto d’autore. Cerotti di testo accompagnano il post del blog che ne parla.
Frammenti di faccio cose
È nata Blu, l’AI che con me fa quello che vuole. Una mini-serie in 8 puntate che escono quando sono pronte. Intanto c’è la prima.
Una settimana di riprese con persone adorabili. Ho pensato di realizzare un video per mandare un messaggio che mi sta a cuore: è la prima volta che faccio la producer e la direttrice artistica oltre che la copy e la voice actress. Ho coinvolto 16 persone, di cui 5 professionisti (fotografi, videomaker, sound designer) e 11 amici che si sono cimentati come attori e attrici. Esce il 1 luglio e sono già emozionata.
Quest’anno volevo riscoprire le relazioni e la rete: sto incontrando molte persone facendo spazio, nel lavoro, nella vita privata, a Parigi, in Italia, in un certo non so ché. C’è il manuale dei cuori feriti che dice di andarci piano, ma c’è pure la zampa dell’Ariete che dice daje. Io ho ricominciato a pascolare con nonchalance pensando alla gioia delle corse e non al dolore delle possibili cadute.
Dopodomani sono a Gallarate per tenere un workshop di scrittura sul Personal Branding insieme a Wyde e Giovani Imprenditori di Confindustria Varese. Non so se ci sono altri posti, ma puoi provare a bussare.
Nel libro “La via dell’artista”, Julia Cameron chiede di fare un esercizio: darsi appuntamento con l’artista. “Si tratta di un certo periodo di tempo, circa due ore alla settimana, da dedicare con impegno esclusivamente al nutrimento della vostra coscienza creativa, all’artista che è in voi. Nella sua forma originaria, l’appuntamento con l’artista è un’escursione, un momento di gioco che vi ripromettete di difendere da qualsiasi intromissione. Non dovrete portare nessuno, tranne voi stessi e il vostro artista interiore, ovvero il vostro artista-bambino”.
I miei appuntamenti con l’artista di questo mese:
la visita guidata alla Nouvelle Athènes, romanticismo nel 9 arrondissement di Parigi tra Pigalle e Notre Dame de Lorette alla scoperta di artisti, storie, movimenti. Sand, Hugo, Chopin, Delacroix, la Marquise de Païva, Toulouse-Lautrec, Manet, Renoir, Pissaro, che gioia, che furore;
il festival du livre de Paris, dove ho ascoltato e incontrato Eric-Emmanuel Schmitt, Jonathan Coe, Edgar Morin, Michelle Perrot, Frédéric Beigbeder, Vincent Ravalec;
la mostra al Palais Galliera, 1997 FASHION BIG BANG. Di moda io non ne capisco niente e mi sembrava un buon motivo per andare;
il concerto dei Come Cose dove sapevo tutte le canzoni pure quelle mai ascoltate in originale ma solo cantate dal mio fidanzato. E non ero nemmeno la più vecchia.
È tutto da parte mia. Ma se tu vuoi scrivermi qualcosa, un ciao, un quantunque, un can-can, puoi rispondere a questa mail. Se no ci troviamo sul fondale nella prossima Immersione.
Prenditi cura di te,
Chiara